“Ho iniziato a costruire le mie lampade senza sapere se mai le avrei vendute. Immediatamente il successo, improvviso, inaspettato. Non sapevo nemmeno come fare a produrle in serie. Così è nata la Catellani & Smith. Quasi per caso. Logan Smith, quello che nei primi anni abbiamo fatto credere fosse un architetto londinese, in realtà era il nome del mio cavallo di quegli anni. Un modo per non accentrare tutto su di me, per darmi una credibilità, ma anche per iniziare un percorso, mai interrotto, segnato da una continua e spontanea ironia. Mi piace sdrammatizzare le mie creazioni, infine altro non sono che lampade. Poi però dedico a loro un impegno totale, di ricerca, di attenzione, di espressione. Pretendo che tutti quelli che lavorano con me facciano altrettanto. E’ una questione di rispetto nei riguardi di chi ha creduto in noi, di chi si lascia emozionare dai nostri prodotti. Non sono un designer, non sono un artista. Non voglio esserlo. Sono uno che fa quello che gli piace. Poi piace anche ad altri. [ continua ]